mercoledì 13 novembre 2013

Beauty is in the eye of the beholder

Oggi sono andato a fare un esame all'Università. Avevo fatto lo scritto la scorsa settimana, ed ero convinto di essermela cavata alla grande. Tipico del mio stile, invece di raccontare gli esempi didattici descritti sul manuale ero andato a pescare in giro nella mia memoria esperimenti a mio modo di vedere più interessanti.
Seguendo il principio: scarta sempre le prime due idee che le avranno avute tutti.

Invece la valutazione dello scritto era piuttosto bassa e la professoressa altrettanto diffidente. Non è la prima volta che mi capita. Come mai sto studente ha messo esempi simili? Sarà che non ha studiato?
Infatti nella correzione del compito, mi ha chiesto le domande cui avevo già risposto giustamente. Come volesse accertarsi che non avessi sparato a caso e/o copiato.

Come sempre di fronte alla delusione e all'errata autovalutazione, è seguita la mia solita serie di improperi nei confronti del docente. Non mi ha capito. Ma sto pensiero divergente quando lo vogliamo valorizzare. Sì ho fatto degli errori ma non così penalizzanti come crede lei.

Ora, non ho 18 anni. So cosa significa "pensiero divergente". Credo di aver anche un po' di esperienza in materia di valutazione. Ma finisco sempre per cadere nello stesso errore che ha commesso la docente: pensare che se qualcuno non giudica come me allora necessariamente sbaglia.
La citazione dell'esperimento di Eratostene che io avrei premiato con una lode, evidentemente alla professoressa non significava nulla. O magari non le è piaciuta. O l'ha trovata fuori posto.

Ciò che ai miei occhi pareva eccezionale, ai suoi si svelava ordinario, o non interessante.
Non è facile quindi trovare tale equilibrio. Spero di diventare un docente meno arrogante e presuntuoso di quanto non sia adesso. Ed accogliente verso le posizioni diverse dalle mie.

Ovviamente continuerò a sentirmi defraudato di almeno 3 punti, nonostante mi stia voltairizzando. E smadonnerò con la prof perché non ha compreso la mia grandezza.
La razionalità va bene, ma i mostri interiori non si possono mica trasformare a piacere.

2 commenti:

  1. Mi capiterà altre volte di citare questa frase, che riprendo citando un episodio da "Ai confini della realtà".
    E' una frase molto più acuta e penetrante e vera di quel che può sembrare.

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