lunedì 20 gennaio 2014

I miei grandi amori tra le stelle

Dunque, tutto cominciò quando ero molto piccolo.
La prima a colpire i miei occhi fanciulletti fu lei. Fantaghirò.


Non l'attrice in sé, proprio il personaggio. La principessa-tomboy, praticamente il mio ideale femminile.
Alcuni anni dopo invece fu la volta della tata più famosa della settima arte, cui scrissi persino una lettera in cui le dichiaravo il mio amore (ero preadolescente), ma non ha mai risposto.


Il trono di Mary Poppins fu spodestato attorno ai 15 anni quando feci conoscenza con la Divina. Dovrei pubblicare la foto anche della sua "omocognomina", ma sarei insincero. Audrey Hepburn è stata e sempre sarà per me l'attrice più meravigliosa che abbia visto sullo schermo (purtroppo mai grande). I suoi occhi, la sua dolcezza, la sua determinazione. Uno scricciolo toccato da una grazia e da una dignità infinite.
E per dimostrare il mio amore insormontabile, metto qui una foto che non è certo la sua migliore. Ma lo faccio a testimonianza di un sogno che partorii anni addietro: eravamo seduti a tavola, lei anziana. Io le dissi: "Audrey anche sessantenne io ti amo follemente".


Dopo Audrey tutte le altre si sono dovute accontentare di diventare favorite per periodi temporanei.
Ma alcune hanno resistito a lungo.
Una in particolare.


Dai tempi di "Léon", fu amore a prima vista (benché fosse dodicenne). Anche lei stile "audreyano", dotata di un enorme talento recitativo. L'ho seguita spesso e volentieri tra le sue produzioni, ma ultimamente l'ho persa di vista. Non mi entusiasmano più i personaggi che interpreta.

La prima e unica bionda della lista è l'ultimissima arrivata (e ha scalzato la pretendente, ossia Kate Winslet): Jennifer Lawrence. Meno affascinante di altre, ma di una bravura mostruosa. Mi ha rapito, tipo regina delle nevi.
Eccole entrambe.


















In  tutto ciò, da buon ellenista non mi sono fatto mancare anche gli amori omosessuali.
Due svettano, stravincendo per distacco.
Non hanno bisogno di presentazioni.
Il primo (a 15 anni, quando scoprii la mia passione per il Cinema).


E il secondo assai più recente. Entrato di diritto per straordinario talento.


Chiaramente il fatto che abbia dato voce e volto ad uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, non è secondario.

Alla prossima!

p.s. non detengo i diritti di nessuna delle foto pubblicate.
p.p.s. pubblico questo post oggi perché ricorrono i 21 anni dalla morte della Divina.

mercoledì 8 gennaio 2014

Cosa ha fatto per me il Professore?


Il ragazzino nella foto è ritratto su un albero del lungomare di Cecina (Toscana), nella famosa (per chi c'è stato) pineta. E' il 1993: all'epoca aveva 11 anni. E c'è la prova provata che stesse leggendo l'Immortale nella versione Rusconi.
La foto me la fece mio padre ed è del tutto casuale che stessi leggendo il SDA in quei giorni. Alla prima lettura mi persi molte cose della trama. In compenso piansi quando Billy se ne partì. Ma fu certo che mi era piaciuto da morire.
Tolkien è stato uno dei "grandi maestri" della mia adolescenza.
Nel senso che mi ha educato nella vita. Non ci sono molti periodi nell'esistenza umana, secondo me, in cui un'opera d'arte possa effettivamente lasciare un'impronta così grande su di noi da costringerci a rivedere tutto, ripensando le priorità ed i valori. Di quegli anni, ad avere un'influenza appena paragonabile, posso rammentare "L'attimo fuggente", "Stairway to heaven", Indiana Jones, ed il viso di Audrey Hepburn. Ma Tolkien è stato indubbiamente il primo e il più longevo e il più profondo. All'epoca non sapevo nulla di lui, esistevano soltanto i suoi libri.

Non sono cristiano, né credente. Eppure, se avessi dovuto scegliere qualche divinità lassù, non avrei avuto dubbi a votarmi a Varda.
Lui cattolico apostolico, io un mangiapreti, ho scoperto in età più adulta la comune passione\adorazione per le lingue e la linguistica. [Nella prossima vita farò il filologo, promesso]. Ed è probabilmente questo il punto su cui siamo entrati in risonanza armonica.
Avendolo incontrato da bambino e poi da adolescente, non sono rimasto insensibile al fascino escapista del SDA. Chi non ha sognato di poter essere trasportato anche solo per qualche giorno nella Terra di Mezzo? O di poter vedere Luthien "alive"?
Il mio massimo erano gli elfi immortali, anche se - con gli anni - ho cominciato a capire perché Tolkien avesse chiamato "dono di Ilùvatar" la morte per gli Umani.
Ma, in soldoni, cosa ha fatto per me, il Professore?

Ha allargato la mia vita, di molte vite, di molti spazi, e di molti tempi. Sono da sempre stato innamorato delle narrazioni, ancor meglio se fantastiche. E lui mi ha offerto la storia migliore. Posso dire che qualcosa delle sue opere è senz'altro stato assorbito nel mio DNA, e sono davvero contento - dopo aver perduto il furor adolescenziale - che Tolkien avesse smontato il mito dell'eroe e della "bellezza" della guerra. Ha immesso un piccolo colore di nostalgia nella mia esistenza, perché vivo qui in un mondo più corrotto del suo. Ma mi ha anche fornito le motivazioni per non arrendermi (sono tra quei sognatori che ogni tanto invocano i personaggi amati nei libri o nei film per tirarsi su).
E soprattutto, ha nutrito come nessun altro autore la mia primaria passione, che è la scrittura. Chissà che un giorno possa considerarlo un "collega" senza dover sprofondare per la vergogna.

Ma anche se tutto ciò non dovesse accadere, poter leggere Tolkien è stata (e sarà) una gran bella ragione per essere contenti di stare al mondo (sia che si pensi ad una casualità, sia ad un volere superiore: non importa).