martedì 13 agosto 2013

Dio è contro di noi

Oggi ho letto in giro che un criminale nazista è morto ultranovantenne prima che il processo intentato contro di lui potesse neanche iniziare. Ha passato tutta la vita indisturbato, in Canada prima in Ungheria poi. Appoggi politici di estrema destra gli hanno permesso di scansare tutte le accuse della magistratura magiara.

E' sorprendente notare come i gerarchi nazisti, e molte SS, siano riuscite a vivere a lungo in totale pace e tranquillità, raggiungendo e sorpassando i 90 anni. Non tanto per la loro mancata incarcerazione. Quanto per l'assenza assoluta di sensi di colpa, crisi depressive, di disperazione.
Come se mandare a morte 15mila ebrei, nel caso del nostro, fosse assolutamente un fatto normale. Ci chiediamo in quale modo sia possibile convivere con tutto questo. Evidentemente consideriamo costoro al pari di noi, ma il potere di persuasione del Reich, l'educazione giovanile instillò nelle truppe tedesche, soprattutto quelle scelte, una gabbia di protezione, una forza di volontà superiore a qualsiasi olocausto.

Ci viene in mente Primo Levi, lanciatosi dalle scale, e poi Mengele, stroncato da un infarto mentre nuotava sereno e beato in mare.
Qualcuno disse che dopo Auschwitz era impossibile concepire l'esistenza di un Dio.


A guardare questi fatti sembrerebbe invece che a Dio i nazisti stessero particolarmente simpatici. Questo pomeriggio, guardando le fotografie di tutti i nazisti ricercati ancora dal centro Wiesenthal, ho pensato: ma perché noi crediamo che - qualora esistesse - la Divinità dovrebbe avere la nostra etica, la nostra morale, i nostri valori?
Perché mai Dio dovrebbe essere buono? Buono, poi, rispetto a cosa?
Soltanto perché telefonò a Mosè dettandogli i comandamenti?

Se devo guardare alla storia umana, con gli occhi di un credente, ipotizzando un destino già scritto, vedo un Dio sadico e malvagio (come dice "L'avvocato del Diavolo"), sempre dalla parte dei caporali, dei potenti, dei bastardi. Uno che amava soffocare la preda dallo spavento mentre era all'angolo, spesso privandola della dignità di una difesa.
Forse il Figlio è stato con gli ultimi, ma non il Padre. Fisso sul carro dei vincitori, pronto a guidare il successivo, appena vedeva un po' di maretta.

Allora mi vien da pensare che sono diventato ateo proprio per non soccombere all'idea di un Creatore così stronzo. Per non pregarlo diventandone complice.