lunedì 2 marzo 2020

Un mondo virtuoso per questo virtuale

20 anni fa, mese più mese meno, conobbi la prima persona "virtuale" della mia esistenza. Ci "trovavamo" nella chat di yahoo, e si stava parlando della filosofia di Emanuele Severino (morto poche settimane fa, peraltro. Un gigante). Ricordo ancora oggi il nickname: "uncolpodidadi".

Avevamo il modem 56k e soprattutto un piano tariffario molto salato. Ritrovarsi in chat era una scelta ben precisa, perché avrebbe fatto lievitare il costo della bolletta telefonica. Per me era come separarmi dalla realtà quotidiana ed entrare in un altro mondo. Un mondo in cui aldilà dell'identità nascosta si accedeva con precisi rituali, perlopiù la sera tardi.
La realtà virtuale, composta all'epoca da siti ben poco interattivi, era una sorta di second life.

Ieri sera, rivedendo per la terza volta "Avatar" di James Cameron (lo adoro, è uno dei pochi film in cui vincono gli Indiani), mi è ritornato alla memoria quel mondo di tanti anni fa.
Ekerot doveva posizionarsi davanti alla scrivania dello studio, l'unica con il pc, aspettare che i fratelli e il padre non dovessero traccheggiarci al computer, sperare che non vi fossero telefonate in atto e accedere ad internet. Per pochi minuti ogni giorno.

E, nonostante avessi un rapporto piuttosto sereno con il mondo 1.0, entrare in rete era un momento speciale. Io e uncolpodidadi finimmo poi per incontrarci, ma la storia di come virtuale e reale si toccarono è già stata narrata nel precedente blog (quello su splinder... ve lo ricordate splinder?).

Oggi la rete è un luogo completamente diverso.
Siamo invasi da persone che già conosciamo nella realtà, amici, parenti, colleghi, concittadini, genitori di alunni compagni dei nostri figli, etc...
Immediatamente e costantemente il mondo 2.0 (su cui passiamo moltissimo del nostro tempo) si interfaccia con il mondo 1.0, di cui ha preso tutte le brutture e le storture. La rete è diventata il luogo dove si spiega, si analizza, si deforma, si commenta, si acquista, la quotidianità. La "notifica" ci perseguita, invadendo tutti gli spazi e tutti i tempi dell'intimità. Non solo ma l'esplorazione massima è dovuta alla riproduzione "casuale" di youtube: siamo a dirla tutta continuamente nutriti di echi del nostro narcisismo.

Non c'è più alcuna meraviglia nell'esplorare il web.
I cosiddetti social networks hanno sicuramente aiutato, aldilà della questione politica/economica, a devastare questa grande occasione. Sprecata? Non è giusto né possibile dirlo, data la quantità enorme di grandi opportunità che sono state lanciate.

Epperò noi internauti della prima ora abbiamo visto in essere una via che poi è stata abbandonata. Alcuni dei fondatori del www hanno detto di essersi pentiti, vista la deriva.
La rete è stata disinnescata dalla sua carica anarchica e antisistema. Peccato.